Sabato, 18 Maggio 2024

Israele ha chiuso 28 ambasciate in tutto il mondo

Alta la tensione oggi in tutta la regione del Medio Oriente e del Nord Africa durante le celebrazioni del Quds Day, la Giornata internazionale di Gerusalemme istituta dal leader della rivoluzione iraniana, Ruhollah Khomeini, nel 1979, nell’ultimo venerdì del mese sacro islamico del Ramadan, che quest’anno cade il 5 aprile e coincide con il 182esimo giorno di guerra tra le forze israeliane e il movimento islamista palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. Una serie di manifestazioni in solidarietà con i palestinesi si sono tenute in Iran, Iraq, Libano, Siria, Yemen, Giordania, Marocco, oltre che in Malesia e Indonesia, e in molti altri Paesi.

Inoltre, a causa del timore di una possibile rappresaglia iraniana per il presunto attacco israeliano, sferrato il primo aprile scorso, al consolato di Teheran a Damasco, in Siria (che ha ucciso il principale generale dei pasdaran nel Levante, Mohammad Reza Zahedi), Israele ha deciso di chiudere oggi 28 ambasciate nel mondo.

Nel corso della giornata, la polizia israeliana ha sventato un presunto attacco terroristico nei pressi del kibbutz di Megiddo, nel nord dello Stato ebraico e nella zona di confine con la Cisgiordania. Secondo fonti della polizia, che hanno definito l’accaduto un “sospetto attacco terroristico”, un uomo è stato “neutralizzato e arrestato” e non risultano feriti. Quella di oggi, nella regione, è una giornata ad alto rischio di disordini civili e scontri, nonché di attacchi opportunistici di militanti e gruppi terroristici. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno anche affermato che un uomo armato proveniente dalla Giordania ha sparato contro un veicolo militare al confine, vicino alla città di Beit Shean, nel nord di Israele, non provocando feriti. Secondo quanto emerso dalle indagini delle Idf, l’uomo armato ha aperto il fuoco contro i militari di pattuglia nell’area ed è fuggito in Giordania.

Intanto, non si sono fermati gli scontri neanche al confine tra Israele e Libano. Il sistema di difesa aerea israeliano Iron Dome ha intercettato e abbattuto un obiettivo aereo sospetto nel nord, proveniente dal Libano. Secondo quanto reso noto dalle Forze di difesa israeliane, non ci sono stati feriti o danni materiali. La dichiarazione delle Idf è arrivata poco dopo che le sirene di allarme per razzi e droni si sono attivate in diverse comunità del nord di Israele, situate vicino al confine con il Libano. In seguito, l’agenzia di stampa libanese “Nna” ha riferito che almeno tre persone sono morte e un’altra è rimasta ferita in un raid che ha preso di mira una struttura del movimento sciita libanese Amal, alleato di Hezbollah, a Jdeidet Marjayoun, nel sud del Libano. Nel frattempo, Hezbollah ha annunciato la morte di due suoi combattenti: Bilal Hallal, della località di Qana (caza di Tiro), e Ali Abed Ali, di Aaitit (caza di Tiro), nel sud del Libano. Sale così ad almeno 269 il bilancio dei membri di Hezbollah uccisi in Libano e in Siria dall’inizio degli scontri con le forze di Israele, l’8 ottobre 2023.

Anche in Cisgiordania, come previsto, il Quds Day è stato una giornata di alte tensioni. La polizia israeliana ha tratto in arresto otto persone con l’accusa di aver intonato cori a “sostegno del terrorismo” durante le preghiere mattutine del Ramadan presso la moschea di Al Aqsa del Monte del Tempio, a Gerusalemme. Lo ha reso noto la stessa polizia in un comunicato ripreso dal quotidiano “Times of Israel”, spiegando che “questi vili istigatori e sostenitori del terrorismo sono residenti dello Stato di Israele che approfittano di una occasione religiosa e utilizzano un luogo sacro di preghiera per incitare i terroristi”. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa palestinese “Wafa”, le forze israeliane avrebbero anche limitato l’accesso alla moschea di Al Aqsa durante l’ultima preghiera del venerdì, impedendo l’ingresso nella Città Vecchia di Gerusalemme.

L’escalation della tensione tra Israele e il cosiddetto “Asse della Resistenza”, la rete iraniana di milizie sciite nella regione, tra cui Hezbollah libanese, gli Houthi dello Yemen e i gruppi paramilitari in Iraq e Siria, ha aumentato la possibilità di ulteriori violenze. Da parte sua, lo Stato ebraico si trova in uno stato di massima allerta. Le Forze di difesa di Israele hanno annunciato il rafforzamento delle difese aeree e il richiamo dei riservisti, sospendendo temporaneamente i congedi e i permessi d’uscita di tutte le unità combattenti. “Le Idf sono in guerra e la questione dello spiegamento delle forze viene costantemente rivista in base alle necessità”, ha riferito una nota ufficiale. Mercoledì, inoltre, i sistemi Gps nel nord di Israele sono stati alterati per disturbare i sistemi di guida missilistici in vista di un possibile attacco che, secondo i militari israeliani, sarebbe stato sventato.

fonte novanews

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